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Uso della Voce: le tecniche per non annoiare

Dopo aver parlato delle esercizi per allenarla, in quest’altra intervista a Pier Maria Cecchini, ci concentriamo sulle tecniche vocali. L’obiettivo è quello di evitare di essere monotoni

Per evitare di annoiare il pubblico, dobbiamo utilizzare la voce variandola e dandole ritmo e spessore. Scivolare, ad esempio, da toni più alti a quelli più bassi, a seconda dell’importanza di quanto stiamo dicendo. Altro elemento chiave è la velocità, soffermandoci più lentamente su quanto è più importante e correre via sulle informazioni che non sono di nostro gradimento.

Si possono inoltre utilizzare alcuni escamotage: ad esempio alcune battute ironiche, magari in dialetto. Il dialetto, usato in modo garbato, può infatti “colorare” il nostro discorso. Da evitare invece i cosiddetti “tic verbali”, come ad esempio: “cioè”, “praticamente”, “vediamo”. Possiamo sostituirli con una risata che serve a colmare il vuoto momentaneo, oppure con una pausa che crea la giusta attesa.

La similitudine usata è quella dell’autostrada che noi stiamo percorrendo in macchina e nella quale troviamo degli ostacoli; per evitarli dobbiamo fare delle curve, proprio modulando la nostra voce. E poi saliremo, scenderemo, segnaleremo (facendo i fari) i passaggi più importanti, con l’obiettivo di arrivare in tempo alla fine del nostro discorso (percorso). L’obiettivo è quello di essere sempre interessanti e far sì che ci incrocia, si fermi e si volti.

Nel mondo attoriale, ma anche in radio, ci si divide tra quelli che “dicono” e quelli che “raccontano“. I primi sono tecnicamente validi, ma non riescono ad interessare. I secondi hanno appunto qualcosa da raccontare e catturano maggiormente l’attenzione, sia pure talvolta con qualche imperfezione nella dizione. Grazie quindi alla capacità di variare la nostra voce, noi possiamo trasformare una banale notizia in un racconto, a cui il pubblico può interessarsi.

Con queste tecniche vocali, noi possiamo arrivare a diventare dei perfetti “incantatori”.