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Radio: dalle Frequenze Medie all’FM e DAB

Questa nuova intervista a Stefano Tumiati riguardante le Frequenze Medie, è la naturale prosecuzione della precedente sulle frequenze in radio.

In generale il segnale radio si diffonde via onde elettromagnetiche. La modulazione consiste nel sommare a un segnale principale (detto “portante“) un segnale chiamato modulante, che garantisce la propagazione nello spazio e nell’etere.

A seconda di come viene fatta questa operazione, avremo una modulazione per ampiezza (AM) o di frequenza (FM). Le frequenze medie in AM sono però più sensibili ai disturbi elettromagnetici o dai “produttori” di altri campi elettomagnetici (ad esempio il Wi Fi o la rete cellulare).

L’FM garantisce invece una qualità migliore e una minore sensibilità ai disturbi elettromagnetici. Come spiegato nel precedente video, AM e FM utilizzano bande differenti scelte dal MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico). L’AM tra i 500 e i 1600 Kilohertz (kHz), l’FM tra gli 87,5 e i 108.00 Megahertz (MHz).

Come novità, negli ultimi anni è arrivata anche la modulazione DAB (Digital Audio Broadcasting), la cosiddetta “radio digitale” che per trasmissione utilizza comunque delle frequenze (tra i 170 e i 230 Megahertz). Questa modulazione elimina in modo efficace i disturbi elettromagnetici ed è simile alla trasmissione digitale del segnale televisivo. Il segnale digitale non ammette interferenze, d’altro canto se il segnale non è ricevibile non sarà possibile alcun ascolto.

Ad oggi esistono ancora radio che trasmettono in frequenze medie AM: per poterle sentire è sufficiente cliccare il pulsante dell’autoradio che fa passare l’ascolto da FM a AM. Le radio che trasmettono su frequenze medie non posseggono il segnale “RDS“, ovvero il nome dell’emittente che compare per le tradizionali radio in FM.

Al giorno d’oggi, la radio si trova nell’era del “multipiattaforma“, ovvero si punta sempre più ad una diffusione capillare attraverso l’utilizzo delle varie tecnologie trasmissive, analogiche e digitali.